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Pagina:Panzini - La Madonna di Mamà.djvu/182

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Aquilino udiva queste parole, stando col capo in giù. Non rispondeva perchè vedeva quelle imagini voluttuose e non poteva dire ciò che sentiva.

Poi sentiva la sua giovinezza trascinata verso alcunchè di indomabile.

Egli aveva, nella sua adolescenza, sognato gli angioli della pietosa testa chiomata, con solo un manto, cui le ali ventilavano.

Ora non vedeva più le ali e gli angioli. Vedeva un’imagine che fu, fermata in un quadro: una donna erta, tetra con le pupille fisse avanti, col petto denudato e tutta aggirata all’intorno da un verde maculato enorme serpe, e la testa triangolare del mostro ricadeva giù su la spalla della donna.

E ben guardando quell’imagine, non sapeva dire se quella donna godesse o soffrisse di quel mostruoso abbracciamento della serpe. Pareva, al più, che ella fosse come la sacerdotessa di non sapea quale oscura e perpetua religione: qualcosa di più potente e terribile che lo stesso dio Mammone.

Miss Edith la bionda, e donna Bàrbera la bruna.