Pagina:Panzini - La Madonna di Mamà.djvu/238

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la faccia tutta luminosa e commossa, che quasi era bello, battè lente queste parole: — Le ore attuali sono le più solenni e terribili che l’Italia abbia vissuto! E perciò beati coloro che oggi saranno liberati dalla vita. Aquilino allora sorrise.

— Voi sorridete? Voi sorridete italice? — disse il marchese con stupore e corruccio.

È che Aquilino in quel punto non pensava all’Italia.

— Quando negli anni di grazia 1494 discese in Italia re Carlo VIII, v’era anche allora chi sorrideva!

Ad Aquilino in quel giorno importava pochissimo di Carlo VIII di Francia: ma gli fece piacere; perchè se don Ippolito pensava all’Italia e alla roba di tanti secoli fa, voleva dire che neppur l’ombra di un sospetto attraversava la mente dell’ottimo signore per ciò che riguardava le cose circostanti.

E perciò fece il volto compunto di attenzione e lasciò che il marchese viaggiasse il largo mare delle sue divagazioni. E cominciò così:

— Ahi! che cosa valsero all’Italia le sue arti, i suoi studi eleganti, ed il risorto Platone? e quel Leonardo? e le statue nate dalla divina frenesia di Michelangiolo? e la decantata saggezza di quel Lorenzo, magnifico e pacifico?