Pagina:Panzini - La Madonna di Mamà.djvu/305

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quel gruppo d’uomini, sotto le bandiere, ove si adergeva quel giovane.

— Finalmente la ho trovata, creatura mia — disse Aquilino.

— Zitto! — disse miss Edith, religiosamente. — Parla!

— Chi parla?

— Garibaldi.

«Garibaldi? Oh, strano nome!» — Che Garibaldi? — domandò.

— Peppino Garibaldi.

«Giuseppe Garibaldi? Non è morto Garibaldi? Non dorme a Caprera? Chi è costui? Da dove viene? Non è passato il tempo? Si rinnovella il tempo? Parlano i morti? I fanciulli, i morti, i poeti governano la storia?»

Garibaldi! che strano nome, e averlo sentito pronunciare così da miss Edith!

Allora anche lui, Aquilino, accanto a miss Edith, si affissò in quel giovane. Pareva pallido d’ira.

Quel nome, quel pallore, quella gran folla davano ad Aquilino un senso di smarrimento. Gli parve che gli sguardi di colui misurassero quell’enorme assemblea, misurassero la sua responsabilità. Poi come se un’ebbrezza di cimento e di martirio gli risalisse dal cuore, una parola corse e rimbombò su la folla: