Pagina:Panzini - La cagna nera.djvu/115

Da Wikisource.

— 111 —

l’omo non si muterà di una linea nella sua sostanza, come non l’abbiamo migliorato sino adesso. E allora che importa tutto il resto? Io ci credevo una volta, poi ne ho dubitato e adesso non ci credo più. Già, io la aveva questa fede sublime; adesso ne rido. Pigliate le uova delle biscie e dei coccodrilli; curatele: sperate che ne vengano fuori dei colibrì e degli uccelli del paradiso? Tutto è inutile; serpi verran fuori; rettili e serpi a grumi, vermi a fiotti, coccodrilli a schiere.... Eppure sembrano uova come le altre; sono piccine piccine, liscie liscie. Ci si può illudere facilmente, e poi ci si guadagna anche a fingere di crederci. Esaminate i bambini, i giovanetti; così biondi, così gentili, che gemono per un taglio, che hanno una vocina così soave, dei gesti da innamorare; si direbbe che stanno per spuntar le ali! No: è tutto seme di vipere. Mi ricordo un esempio che ho veduto a Napoli: allora non ci pensai; ci penso ora: sentite. All’ospedale, in uno stambugio a piano terreno, era esposto un cadavere, meglio, una carogna umana, per il riconoscimento: qualche cosa da far torcere la vista ad un medico positivista tanto era deforme! Quando si pensa che la creatura umana