Pagina:Panzini - La cagna nera.djvu/125

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rore della forma per essere sfuggito; all’uomo che nasce nudo e debole, ha dato il genio della perversità per poter vivere fra i suoi simili.

«Ed io pretendeva che voi vi spogliaste in buona fede di questa scorza d’insensibilità e di ferocia che vi protegge! Se mi aveste dato ascolto, a voi sarebbe intervenuto come all’istrice di cui racconta la favola. Essa tornava dalla guerra e andava in compagnia della volpe, la quale disse: Levatevi l’armatura di dosso, madonna, or che la guerra è finita. Ed essa se la levò e fu divorata in saporiti bocconi. È una favola semplice; ma più ci si pensa più sembra vera.

«Ma era il vostro buon senso, era l’istinto naturale che reagiva in voi e vi rendeva tardi, meravigliati più che persuasi, ascoltando i miei entusiasmi e le mie sentenze di virtù.

«Tuttavia la virtù, la bontà, la generosità, ecc., saranno sempre articoli di gran consumo, miei piccoli amici, anzi di prima necessità e, ricordatevelo, non fate mostra di averne disprezzo. La vita più è civile e progredita e più ne ha bisogno. Il segreto sta tutto nel sapersi abbigliare di questi eleganti vestimenti e la-