Pagina:Panzini - La cagna nera.djvu/57

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Rimasi; ma i primi giorni non sapevo più in che mondo mi fossi. Passa una settimana, ne passano due, e non riusciva a farci l’occhio e l’abitudine. Tutte le cose mi facevano l’effetto di essere fantasmagorie di un sogno che fra poco sarebbero scomparse; ma invece non sparivano e allora finii con l’abituarmi. Furon momenti ben dolorosi! Per fortuna ero obbligato a studiare per far lezione, e un po’ i libri e sopra tutto la scuola mi distraevano. Anzi cominciai a trovarmici bene in mezzo a quegli scolaretti. Ve n’erano alcuni così graziosi, così vivaci, così buoni, che era uno svago viverci in mezzo. Spiegavo la grammatica, correggevo i loro latini, facevo delle lunghe prediche di morale e di civile virtù desunte dai classici, e lo debbo dire? le ore mi fuggivano quivi più riposatamente che altrove; tanto che io stesso domandava al direttore di fermarmi una qualche mezz’oretta di più.

— Ella possiede il vero senso del dovere —