Pagina:Panzini - La cagna nera.djvu/90

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sua cagna! — detta in quello sguajato accento napoletano che è di per sè stesso un oltraggio. Poi udii un’altra parola che terminava in ai che non capii; ma tutti si misero a ridere.

Mi sentii un gran caldo alle orecchie ed un tuffo al cuore. Diventai feroce contro coloro ma più contro di me e contro quella mia bestia; feroce al punto che alzai la gamba per iscagliarle un calcio. Essa intravvide l’atto, si scansò e mi fissò sorpresa. Pareva dire: «contro di me? va contro quegl’altri!

Era vero: contro quegl’altri mi doveva rivolgere e feci per tornare in dietro e domandare ragione dell’oltraggio. Che oltraggio? Avevano detto: la cagna del professore. Era o non era così? Sì, certo! e allora? e allora che riparazione chiedere? A quell’ira momentanea successe una prostrazione di tutte le forze come se i nervi mi si fossero troncati. Mi passai la mano su la fronte e la sentii fredda e umidiccia e poi proseguii camminando, andando lontano, fuor del paese, dove non c’era gente, dove non c’era nessuno per le vie polverose battute dal sole.

Ma anche il sole fu crudele quel giorno verso di me, perchè investendomi da ogni parte, su-