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88 sotto la madonnina del duomo

non le mangia mica il mi’ bimbo e invece la paga è sempre quella! I piccoli impiegati come noi non possono ricorrere alla beneficenza come fanno gli operai, e aggiunga codesto: che per noi vi son troppe esigenze. Vuol che glielo dica che io mi vergogno a uscir di casa così mal vestita? Creda, avere de’ figliuoli qui è un lusso come avere una pariglia: lo stesso preciso. Io ero venuta a Milano con qualche scudo del mio e ora ce n’è rimasti pochini. Glielo dico a lei: già tanto nessuno mi conosce.

E così parlavano sotto una bella ombria: e Don Ambrogino a sua volta le ragionava del suo passato, dei suoi fiori, del suo appartamento, della sua stufa. Quanto alla questione de’ figliuoli l’avea trovata lui la soluzione del problema: dovea fare come fanno molte spose a Milano, che i figliuoli li danno a balia e loro poi vanno commesse di negozio e si cavano la giornata come un uomo.

— Ah, lo so bene, — rispose la giovane, — che qui fanno così e il mi’ marito voleva bene che lo mandassi a balia, il mi’ citto. Ma veda: io al mi’ marito gli ubbidisco in tutto, che se mi dice sta costì e non ti muovere; e io non mi muovo: ma in questo di dare il mi’ figliuolo a balia, no, no, e poi no! L’ho fatto io? Lo voglio allevare io. Saran pregiudizi, ma il mi’ sentimento mi dà così: che si fanno i figliuoli per il piacere di farli? E poi ne muore la metà di quelli che vanno a balia.

«Buona tosa, ma un po’ cialla, — che gli è come dire un po’ melensa, pensava Don Ambrogino: — quella lì non capirà mai cos’è Milano. Si muore a balia? Ma son morto io che sono stato dato a balia?»