Pagina:Panzini - Lepida et tristia.djvu/173

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sotto la madonnina del duomo 95


1.° dicembre. Il bambino della vicina deve essere ammalato perchè la finestra della stanza da letto degli sposi è rimasta illuminata tutta la notte. Si vedevano due ombre passare spesso, era lui ed era lei. Dunque segno che il piccirillo era ammalato. Anche la notte seguente tornando a casa vide la luce splendere lassù in alto: stette un poco con gli occhi a guardare come uno che fa un pensiero, ma non lo conduce a termine: mosse il passo per avvicinarsi al portone della casa di fronte, ma poi voltò in dietro e infilò la chiave nello sportello della sua casa. Se c’è sospetto di una sventura a destra, e tu volta a sinistra! Questa è filosofia pratica.

Quando si svegliò (anzi lo svegliò la portinaia col fattorino della posta che recava una lettera per espresso) erano le otto suonate. La lettera era del nipote che gli scriveva di prendere subito il treno e venire a Menaggio, e c’era una lettera d’invito del Comitato elettorale per un’adunanza, e che si affrettasse: tutto andava benone, ma bisognava che si facesse vedere, che parlasse: non per gli amici, ma per non dar pretesto agli avversari con la sua assenza.

Ambrogino mise fuori d’un salto le gambe dal letto, si vestì in fretta, fece la spesa di una vettura e si fece portare alla stazione del Nord, che il treno per Como partiva in quel punto.

Guarda come è fatto il mondo e specialmente quello che ha l’onore di circondare Milano! Era partito che la nebbia era grigia e densa da tagliar col coltello: ebbene a pena a Saronno, si diradava in una lieve trasparenza di sole che parea tepido, e procedendo ancora, nei pressi di Fino, venivano fuori le ville bianche, le vette dei colli brianzoli ridenti come visi di donne che si tolgano il velo. Ecco lassù Brunate nel sole!