Pagina:Panzini - Lepida et tristia.djvu/331

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il sogno del natale 253

l’amore coi passanti, nè lascierò che il fuoco bruci le pentole. Lo giuro che farò tutto questo per l’avvenire. Come ho fatto per il passato ad essere cattiva? Non lo so: ecco tutto. Si è cattivi perchè si è cattivi, senza saperlo. Signor padrone, lei che studiava tanto, mi dica se è vera questa cosa che una vecchia strega del mio villaggio mi raccontava, cioè che ognuno di noi ha un demonio che viaggia sempre con noi e ci butta delle tenebre intorno a noi, come fosse del fumo denso. Noi facciamo con le mani dei gran sforzi per mandar via quel fumo, ma a pena cominciamo a vedere uno spiraglio di luce, ecco che il demonio ci butta ancora sul volto dell’altra caligine ancora più densa. Se ciò è vero, il Signore e la Madonna male provvidero alla nostra natura.

Allora entrò nella stanza un uomo giovane che dava il braccio ad una donna ancor giovane e bella, ed un giovanetto era con loro.

Ma ci volle molta fatica perchè la giovane donna avanzasse sino ai due vecchi, davanti al focolare.

Le facevano i due vecchi segni di benevole accoglienza e la supplicavano di non ricordare antiche storie, dolori passati. — Tutto è dimenticato, figlia, e tutto è perdonato. Pensiamo all’avvenire, non rattristiamo gli anni che rimangono — dicevano.

Ma la giovane sposa faceva di no con la testa e finalmente disse:

— Se volete che stia qui, che non torni via ancora per quella porta aperta laggiù, concedetemi the come una povera pazza io mi sieda per terra ai vostri piedi: ecco così. Ma prima guardatemi bene nel volto: fissamente, guardatemi.

Io piango lagrime di sangue tuttavia; eccole, le ve-