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— Caro, è qui l’errore, — disse Socrate. — Ma io non so che poche cose, e le più comuni, che sono quelle che ti ho dette. Queste poche cognizioni che io possiedo, le ho comperate da un gran sapiente, che però, bada, se le faceva pagare. Niente per niente. Per alcune cognizioni voleva otto oboli, per altre due dramme; alcune non le cedeva che a quattro dramme l’una. Io ci ho speso tutto quel po’ che mi lasciò il mio povero padre. Ma credi, che ne sono contento, perchè da ora innanzi, o Assioco, la mia anima desidera la morte.

— Be’, contami un po’ su, — disse Assioco, — perchè la tua anima desidera la morte.

E allora cominciò Socrate a dire il sogno delle meravigliose parole. Oh, allora quale olio santo egli recò al morente!