Pagina:Panzini - Santippe.djvu/214

Da Wikisource.

Oh, povera Santippe! 197

come la casa dei morti. Declinava ancora il sole.

Ad un tratto fu udito un gran tumulto, un urlo di cento voci, poi silenzio ancora, poi, dopo alquanto, furono spalancate le porte e tutte le cento toghe bianche dei signori giurati si precipitarono fuori in gran tumulto. Travolsero Santippe.

Ultimi, lentamente, uscirono Meleto, Anito ed i notari e fiscali.

— Noi abbiamo salvato la Repubblica! — diceva gravemente Anito.

— Nel presente e nel futuro, — diceva Meleto.

I notari, loro intorno, facevano reverenza, e si ripetevano l’un l’altro: — Una pervicacia inaudita, signori! Il disprezzo di ogni tradizione, di ogni legge!