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il trionfo del marito di clodio 19


Ella sa dell’ingiurioso nomignolo di marito di Clodio? ne soffre? ne gode?

Le sue labbra ridono continuamente, le sue carni esultano in un’esuberanza di salute magnifica. La sua epidermide ha dei bagliori metallici di bronzo e d’oro: la sua chioma leonina si sparge come manto oltre le reni dietro all’accappatoio. L’anca coperta ma nettamente adombrata dal saio bianco dell’accappatoio, spiega movenze statuarie che arrestano la gente: e con tutto questo quel granatiere-femina ha delle estremità squisitamente modellate ed esposte al giudizio di chi le vuol vedere, giacchè, dalle undici alle dodici, il famigerato marito di Clodio passeggia fra elegante coorte lungo i rompenti del mare.

Che dice? che parla? di che ragiona?

Meravigliose sciocchezze, che le fanno risplendere i carbonchi degli occhi iridati e pazzi, più splendenti dei due gran diamanti che le adornano il piccolo lobo. Grandi risa urlanti come il mare, che le fanno scintillare le gengive di corallo e le perle dei denti serrati, aguzzi, ràbidi: giacchè ella ride sempre l’incosciente femina: ride sino a scoprire tutta la gola.

Solo quando la governante viene alla spiaggia coi piccini — esangui, delicati e belli come figli di re — ha degli scoppi orgiastici di gioia lagrimosa, chè veramente ella piange. Allora li solleva, li bacia, li soffoca, poi li cede alla governante per non ricordarsene che il giorno seguente.