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il trionfo del marito di clodio | 25 |
forte, lo spingeva, quasi fuori di sè, verso la scogliera del dolore.
— Se ci fosse il colera, si direbbe un caso fulmineo di cholera morbus — suggerii io piano al dottore.
Egli alzò impercettibilmente le spalle:
— Certo i sintomi sono questi — rispose.
— E allora che cosa può essere?
Allungò le labbra, come persona che non sa, e si accontentò di rispondermi:
— Staremo a vedere.
Disse poi:
— Una colica di questa improvvisa violenza potrebbe essere indizio di qualche grave sconcerto viscerale, cosa che non credo: ad ogni modo prima di qualche ora ogni giudizio sarebbe prematuro; piuttosto aiutatemi a tenerlo sollevato.
— Perchè ridete, dottore? — domandai poco dopo.
— Io rido? Mai più.
E pur un sorriso caustico errava sulle sue labbra. L’infermo giaceva insensibile fra noi due, mentre la vettura correva lungo il viale. Eravamo giunti in città: quivi il dottore diede il recapito di una farmacia: come fummo giunti, balzò giù, premette il bottone di guardia e mentre di dentro si apriva, facemmo scendere il marchese.
— Questo è per voi — disse il dottore al fiac-