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36 | i trionfi di eva |
— Che imprudenza vuole che abbia commessa? Ecco come sono andate le cose: poco dopo che sono partiti loro due, mi ha chiamato e mi ha detto che stava bene e che si voleva alzare. Allora io gli ho dato il cognac secondo la sua prescrizione, e poi gli ho detto che lor signori erano andati a prendere degli abiti....
— Ebbene?
— Bene, lui si è messo a sedere lì e beveva il cognac: «Gran gentiluomini.... veri gentiluomini!» e poi dopo con quei suoi occhi stupidi, mi guardava lisciandosi la barba da becco e andava ripetendo ogni tanto: «Pare inconcepibile, pare inconcepibile una malattia improvvisa così terribile! Perchè si era lì fra amici, una zuppa eccellente di gamberetti alla nuovayorckese....» Allora mi scappò la pazienza; a chi non sarebbe scappata? e ho detto: «Ma che zuppa eccellente! Macchè gamberetti! Di gamberi ce n’era uno solo, ma questo non era nella minestra: era fuori della minestra! Nella minestra c’era soltanto la gialappa, di quella buona. Non ha capito ancora che lei ha preso la gialappa?» Allora mi guarda con due occhi grandi così, e sarà rimasto con la bocca aperta per un quarto d’ora. «Ma sì la gialappa, non ha sentito che la zuppa era dolce?» È rimasto lì: e poi dalla bocca aperta è venuto fuori un urlo che lo devon aver inteso anche al terzo piano, e poi? poi chi lo ha visto? Credo che abbia preso il suo smoking-coat ed è scappato via.