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il trionfo della penna d’airone 55

bisognava redimere — emancipare — restaurare la donna: di questo Leo era più che convinto. Se non che la fisiologia e la psicologia muliebre, studiate da Leo assai bene sulla tavola anatomica, gli presentavano delle difficoltà di primo ordine.

Molto più facile, oh molto! nazionalizzare le terre e le macchine della borghesia parassitaria che rifare il tipo della donna!

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Era Regina una studentessa di lettere, altrettanto prudente e silenziosa — anche se interrogata — durante le lezioni di greco e di filologia quanto loquace e gaia negli ambulatori dello Studio.

Il cappello di feltro e la penna d’airone dominavano sulle teste degli studenti e il suo riso era come un raggio di sole in quella austerità grigia delle aule e dei corridoi.

Era Regina una giovane altrettanto povera quanto baldanzosa e piacente; e la penna d’airone poteva essere il suo stemma: nessuna penna di struzzo languida e accartocciata vezzosamente la sostituì: neve, pioggia, nevischio non l’abbatterono! Quando veniva il maggio, la penna d’airone