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152 | viàggio d’un pòvero letterato |
Costantino, adottò un altro sistema: inquadrò gli indisciplinati nello Stato. Ma dal giorno in cui i seguaci di Cristo furono inquadrati nello Stato, essi non andàrono più d’accordo, nemmeno su la natura di Cristo.
Ah, mostruosa cosa! Conòscere Cristo e non andare d’accordo! Aver distrutto il meraviglioso impero in nome di Cristo, e combattersi ancora in nome di Cristo!
E da allora il giro delle guerre ricominciò, senza fine; e sempre per aver pace: Carlo Magno, Carlo Quinto, Carlo Marx, unti dal Signore, unti dal Pòpolo! Chi scrive qui nel giornale queste abbominèvoli parole?
La Dio mercè il pacifismo è tramontato! I giòvani d’oggi sono ridivenuti anelanti di esprìmere che la guerra è la realtà dello spìrito umano. Questi giornali ragiònano tutti della guerra con un materialismo che desta orrore. E poi non si tratta di guerra soltanto; si tratta di stragi! E questo è uno spettàcolo barbàrico, disgustoso, che distrugge la civiltà della Croce.
Ma e io? Io che qui, beato sul letto, leggo il giornale e fumo?