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vii. - Che cosa voleva Mimì 49


«In verità, Mimì, avete ragione: le pareti mèglio affrescate sbiadìscono, quando la gràndine troppo le batte.» Ma non dissi nulla ed ella seguitò:

— Non ricordate? C’eravate anche voi, quella sera, da Sabatino, quando gli fui presentata. Tutti voi avevate una gran paura che io commettessi qualche gaffe madornale. Ma io me la cavai benìssimo. Non ricordate che bel complimento gli feci?

— Quale?

— Gli dissi: «Professore, lei ha le mani da duchessa!» e lui fece come un ruggito di compiacimento. Sapete? Tutte le volte che sono andata, poi, nei serragli — è una mia passione — a vedere i leoni, con quella testa sconfortata che hanno, mi è venuto sempre in mente il Carducci.

Tacemmo un po’.

— Ma quello lì, quello lì — dissi indicando un ritratto sbiadito dal tempo, — è lo Spad....

— Eròico! — fece Mimì con compunzione.

Mi vi fissai a lungo. Era un profilo di giòvane imberbe, dalla lìnea indefinibilmente aristòcratica, con un non

A. Panzini. 4