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Pagina:Paolina Leopardi Lettere.djvu/117

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Ma sai? mi è venuto in mente che tua sorella non mi ami più, già perchè è tanto tempo che non mi scrive, poi una frase della tua lettera parrebbe indicarlo in maniera positiva, ed io ero per piangerne disperatamente, ma un pensiero consolante mi è venuto in mente, che tu abbi scritto quella lettera in gran fretta, e che ti sia sfuggita un'espressione non calcolata. Ma se è vero che la mia amica mi ha abbandonata, tu non hai idea, e non potrai mai averla della mia infelicità.

Nina mia, sta allegra, e divertiti in cotesta cara città. Vedi che la Granduchessa non muore? Raccomandami a Marianna e dille ch'essa è sempre per me il tipo della virtù e della bontà, dille ch'io mi rallegro con lei delle sue fortune, del suo contratto per Roma, del furore ch' eccita costi, della buona notte che deve dare ogni sera ai giovanotti di Pisa, di tutto io mi rallegro con quella cara anima, e ciò mi serve di consolazione nel vedere che il cielo accorda i suoi favori ancora adesso alle anime buone, si mi serve di consolazione, sebbene non mi resti più un'ombra di speranza.

Addio, cara Nina. Seguita a darmi le tue notizie, chè già sai quale inesprimibile favore mi fai. Dimmi della Regnoli, poichè siete tanto buone, o mie care, a voler compiacermi anche in questo. Dei liberali, Nina mia, è meglio non parlarne. Essi ci hanno fatto veder troppo chiaro che sono molto diverse le cose dalla teorica alla pratica, e oramai per me anche i liberali di Francia e di tutto il mondo prendono un altro aspetto. Ti bacio e ti bacio.