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Pagina:Paolina Leopardi Lettere.djvu/157

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cosi procurerò che mi serva di lezione, che ho paura di essere il tuo opposto, e spesso me ne vergogno, ma invano.

Marianna mia, quello che mi dici di Muccio mi fa piangere per dolore! Egli non può nè leggere nè scrivere, e in quattro mesi ha scritto solo due righe a mio padre, e poi nemmeno esce di casa, poichè mi dici che sorte un po’ di casa; ma dunque cosa fa? se non esce sempre, è segno che sta male, e se sta male, Marianna mia, io non ho più pace! Ma perchè non torna fra noi? Ora già è veduto che non trova sollievo nell’aria straniera, e stando male non lo troverà neppure in altre cose, mentre poi soffrirà assai per la mancanza di quelle che si trovano solo nella casa paterna, e in mezzo ai suoi. E riguardo a questo non ti ha detto mai una parola, non ti ha fatto mai capir nulla, quale sia la sua intenzione? Oh Marianna mia, se tu mi vuoi bene, se me lo hai mai voluto, dimmi per carità quello che sai: dimmi se possiamo sperare di rivederlo una volta, o vero per quanto tempo dovremo stare in quest’aspettativa dolorosissima, sempre palpitanti e frementi.

Pochi giorni sono (e te lo voleva scrivere a Firenze acciò lo dicessi a Giacomo) leggendo i fogli francesi divenni di fuoco vedendo che Muccio era stato arrestato all’Aquila in conseguenza della congiura di Napoli!! Propriamente: il corriere francese, il nazionale, ed anche un foglio belga dicevano queste parole: parmi les personnes arretées on cite le nom de M. le comte Iacques Leopardi. Vedi che cosa curiosa: dimmi un poco se Muccio ne sapeva di questo suo arresto, ma dimmelo, sai, non te lo scordare.