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sentimento; la mia Marianna, sarebbe sempre la mia prediletta.
Oh! Mi fossi almeno spiegata adesso! Dico che, siccome non è più per me il tempo di far nuove amicizie, così sono ben fortunata di possedere la tua e quella dei tuoi, son ben fortunata di conservarla, di tenerla come la più cara cosa che io m’abbia, e non sarà mai ch’io la perda per mia colpa, sicura che quella perdita mi farebbe piangere tutta la vita. Sicchè, Marianna mia, non mi parlar più di dubbio o di signoria, finchè non ti verrà detto Paolina Leopardi è morta, saprai ch’essa ti ha sempre in mezzo al cuore e che tu sei la sua diletta. La tua lettera aveva un profumo di malinconia che mi faceva pena; non eri certo allegra quando mi scrivevi.
Oh! come vorrei averti fra le mie braccia, Marianna mia!
Quanta consolazione nei discorsi che faressimo, quanta ineffabile gioia nel piangere a vicenda le care illusioni perdute! Se sapessi quanto tempo è ch’io non discorro più! precisamente dacchè la Mazzagalli si sposò con mio fratello, e che la mia famiglia se ne allontanò. Essa era la sola in tutto Recanati che fosse capace di discorrere; e noi c’intendevamo tanto bene! e passavamo tutta la sera in trattenimenti serii, filosofici e morali; e poi tutto è finito. Sono dodici anni ch’io non so più con chi sfogar la piena dei miei pensieri e dei miei dolori. E siccome ti ho nominato la Mazzagalli, e i dodici anni che dura questo contegno, voglio spiegarti l’affare, acciocchè tu non creda i miei genitori capaci di tenere una condotta cru-