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Pagina:Paolina Leopardi Lettere.djvu/309

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bene, se ho mai meritato l’amor tuo con una lunghissima e vera e calda affezione, mi devi promettere che il tuo dolore non ti danneggi nella salute. Se si potesse morire, se Iddio avesse posto in nostra mano la vita nostra, oh allora non ti farei questa preghiera, perchè già so che altro conforto non v’è in simili sciagure, che la speranza di presto raggiungere l’oggetto di tanto amore: ma anche il desiderio di presto morire è peccaminoso se non è in unione alla volontà divina, per quanto misera ed orrenda sia la vita che si conduce e quella che ne aspetta.

Ora hai più imponenti doveri da compiere, hai la Nina da proteggere, ei tuoi affari da dirigere, e ci vuol mente tranquilla e la calma nell’anima. Pensa alle virtù, alla vera bontà di cuore di Brighenti nostro, e rallegrati che nell’altra vita sia andato a trovare quel premio e quella giustizia che gli hanno negata in questa.

A nome di tutti i miei, ho da esprimere a te e alla Nina il nostro dolore; alla Nina ho scritto subito. La tua lettera mi è giunta ritardata in causa degli avvenimenti politici. Io spero che non mi lascierai lungo tempo senza tue nuove; oh, abbracciamoci, mia carissima, e stringiti a questo mio cuore esulcerato per tanto tuo dolore; diciamo pure insieme di aver perduto il padre nostro, quello che ne amava tanto!

Ti bacio con tutta l’effusione dell’anima la tua Paolina Leopardi.