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Pagina:Paolina Leopardi Lettere.djvu/46

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sieno i tuoi. Con quelli tu non potresti esprimere alcun sentimento nobile, affettuoso, tu non potresti esprimere nulla di quanto senti, poichè tu non senti nulla che non sia virtuoso.

E poi tu devi avere un aspetto assai più interessante di quello che ti hanno dato, io ne sono sicura. E mi ha dato diletto il vederti nel tuo ricco abbigliamento, che (mi dice mio fratello) assomiglia a quello della Egilda di Ancona, e la tua pettinatura, e insomma io amo assai questa cara figura, e l’amerei di più se mi facesse vedere i tuoi occhi. Ed intanto è questa una prova del tuo grande incontro a Siena, del quale non puoi credere quanto io ne gioisca, e di quanto mi dici delle chiamate che hai e delle tue speranze. Se esse sl realizzano, o mia cara, io non sentirò più di essere infelice. Tuo padre ora menerà vita più lieta e assai meno travagliata di quella che ha menato per parecchi anni, e di cui si lamentava cosi amaramente con Giacomo? Sino da allora io gli presi amore, e stima grande, e grande interesse, poichè vedevo quanto egli era sfortunato, e quanto poco meritava di esserlo. Allora si doleva ancora dello stato languente della salute di tua madre, ora come sta ella? Salutami affettuosamente e rispettosamente queste due virtuose persone, e di loro quanta parte io prenda alla loro consolazione.

Sai, o Marianna mia, che bisogna che mi dica per qual motivo non potesti vedere Giacomo? Se sapesti quanto mi hanno fatto male le parole di Giordani, e questo tuo non vederlo! Io mi figuro che egli stia male, e che tu me lo abbi taciuto, poichè