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Pagina:Paolina Leopardi Lettere.djvu/48

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XI.

ALLA STESSA

a Bologna

5 Novembre (1830)


Sappiate, o cara Marianna mia, che io sono in una curiosità (direi meglio, angustia) terribile di conoscere il motivo del vostro silenzio così lungo ed ostinato. L’ultima che io ho ricevuto di voi è dei 14 di Settembre, alla quale io risposi il 26, giorno in cui ricevei il caro vostro dono. Dopo di cio, point de nouvelle! E pure voi siete a Bologna, non siete andata a Firenze, ed io pregava anche la Nina a volermi dire qualche cosa quando la sua sorella fosse stata troppo occupata, ed io sperava che nell’intervallo delle vostre fatiche mi avreste detto di amarmi anche più sovente, ma ahimè, o Rubini vi ha incantato, o io ho perduto il vostro amore. E sebbene questo ultimo caso sarebbe per me di tal dolore, che non saprei esprimerne pure una idea, quella che mi ha determinato a scrivervi, la più terribile di tutte, è che voi stiate male. Se ciò è vero, io sono perduta! Per carità, che la cara Nina mi dica una paro la una sola parola, perchè non è possibile che tanto silenzio sia cosa naturale. Oh mie care! il pensare a voi mi era, giorni fa, di conforto, ora egli è un dolore, uno spasimo di più.

Se è vero, come non posso dubitarne, che mi avete amato, non tardate, io vi prego a mani