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Pagina:Paolina Leopardi Lettere.djvu/98

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fa che superi ogni tentazione e mi penta di averti dato inutilmente questa seccatura. Ma io ho veduto anche qui quanto mai sei buona, ed io ti amo e ti ammiro sempre più. Non posso indurre mio fratello a venire costi, ed egli ne avrebbe molto desiderio, ma fortis ut mors dilectio.

- Dimmi quando partirai da Ancona, e dove andrai poscia. Dimmi sempre se mi vuoi bene, e se sei buona; io te lo raccomando assai. Salutami i tuoi genitori, e abbracciami Nina: quella povera ragazza io vorrei vederla più allegra. Ma e non siamo tutte di un umore? Addio, dolcissima anima — io sono tutta tua, e non mi sazio di abbracciarti e di baciarti con la maggiore effusione del mio cuore. Tu sei l'unica mia consolazione. Dimmi che te ne pare di Camerata, e come lo trovi amabile. Me lo hanno descritto per un caro giovine; ma ciò non impedì che il generale tedesco gli desse il grazioso titolo di asino, quando egli si presentò a lui con un certo uniforme, che non mi ricordo quale fosse.

La vostra orchestra continua ancora a suonare prima della sinfonia l'aria sul tema — chi per la patria muor? — Ah quanto siamo valorosi! Cosa diresti se tu vedessi comparirti innanzi quello cui indirizzi le mie lettere? Mi ha detto che ha voglia di venire a sentire l'opera, ed allora ti farebbe una visita a nome mio, e tu conosceresti il maestro di tutti i giovani Leopardi. Ti bacio di nuovo affettuosissimamente.