Pagina:Parabosco, Girolamo – Novellieri minori del Cinquecento, 1912 – BEIC 1887777.djvu/137

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laonde tu vergognar non ti dèi, non essendo stato il primo. Anzi voglio che tu questo tuo bisogno t’arrechi ad onore, poiché non solamente per niuno tuo misfatto o mal governo t’aviene. ma si bene per abbracciar la veritá e farti amico a Cristo. — Non si tosto ebbe il sere finito le parole, che da tutti i lati se gli scagliorono addosso le genti, e chi con picciole e chi con grosse monete, che il misero non ebbe tempo di rispondere al messere; per la qual cosa tutto pieno di elemosine e tutto pesto si rimase. Cessatoli alquanto la furia e la fretta d’intorno, con le piú vituperose e minacciose parole del mondo incominciò a sgridare il prete; il quale, pure alfine essendosi chiarito di esser stato male informato, al meglio che seppe fece sua scusa e chiesegli perdono. Pure, volle o non volle, il buon Nastagio fu quella mattina raccomandato per giudeo fatto cristiano. La qual cosa tanto diede a ridere a tutta la cittá quanto fu di commodo ai due gentili amanti; peroché egli da quella mattina innanzi mai si lasciò piú vedere nella detta chiesa, ove egli era stato per novello cristiano raccomandato, donde per vecchio giudeo doveva meritamente essere iscacciato, tali e tanti erano i contratti che con usura egli tuttodí faceva.

Poiché finita lo Spira ebbe la sua novella, disse il Contarino: — Burla molto gentile e ingegnosa fu quella che Faustino fece a Nastagio per levariosi dinanzi, e degna di grandissima lode; né altro si poteva aspettar da voi che cosa dolcissima e ingegnosissima. — Mercé di Vostra Magnificenza — rispose lo Spira, — che s’ha dalla sua bontá tanto sempre lasciato far dolce ogni mia cosa, che ornai anco l’assenzio per me le parrebbe dolce. Ma, perché io non voglio che perdiamo tempo, ché assai ne perderemmo se volessimo entrare in cotai ragionamenti, perciòché Vostra Magnificenzia non finiria mai di dir bene di me, perché è sua natura, e oltre a ciò perché Ella ha potere di dar luce alle tenebre, e io similmente mai non potrei finire di raccontare le lodi sue fin cosi gran numero sono e poscia cosi rare, che invaghiscono ognuno a raccontarle), io darò il carico ad un altro che séguiti la novella, il quale sará il magnifico Zorzi ;