Pagina:Parabosco, Girolamo – Novellieri minori del Cinquecento, 1912 – BEIC 1887777.djvu/146

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prima questione, signori, ch’io intendo proporvi, sará: —Qual de’ due amori sia piú ardente e maggiore, o quello che l’uomo alla femina porta, overamente quello che dalla feinina all’uomo è portato. — Né questa quistione propongo giá perché io sia punto di ciò dubbioso, ma si bene per vedere quai ragioni allegherá il conte Alessandro, al quale la protezione dell’uomo raccomando; quai ragioni, dico, dirá per far conoscere che le donne in tutto sieno naturalmente prive d’ogni amorevolezza, si come di sua propia bocca ha gagliardissimamente detto che sono. La ragione delle donne sará raccomandata al magnifico messer Luigi Mocenigo, per mezo del cui valore spero farmi grato oggi alle donne, che intenderanno ch’io averò in loro difTesa trovato cosi valoroso cavaliero contra cosi possente e fiero nemico loro. Incominciate adunque, conte Alessandro, quando vi piace, a provare che l’uomo in questa parte sia di maggior perfezione che la donna non è, la quale non volete che nulla di buono abbia in sé. — Disse allora il conte: — Ben è vero, magnifico Molino, ch’avete trovato troppo gran cavaliero per difTesa delle donne, e per lo contrario poscia troppo debile guerriero gli avete posto incontra; ma io spero però di far tanto che ciascuno di voi conoscerá che, s’io sarò vinto (come giá mi chiamo), che sará stato forza di troppo gran valore e non forza di ragione, che perditore m’avrá fatto rimanere. — Basta — disse il Molino: — incominciate pure le vostre ragioni.