Pagina:Parabosco, Girolamo – Novellieri minori del Cinquecento, 1912 – BEIC 1887777.djvu/260

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Carlo questa sua intenzione communicò e aperse ad un suo fedele e carissimo amico, dimandato Orazio, in cui molto egli si confidava; il quale il suo proponimento lodando e a ciò essequire confortandolo, come quegli che per altre cagioni aveva il duca in odio, convennero ambidue del modo che avessero in questo fatto a tenere. Costumava il duca di andare spesse volte per quelle contrade a caccia, e di ciò si dilettava molto. Per la qual cosa Carlo, posti insieme alcuni de’ suoi parenti e amici armati, il giorno inanzi che doveva il duca uscire alla caccia, venuto quello, stettero in aguato per un certo intervallo di tempo in un luoco donde aveva a passare il duca. Sopravenendo poscia la sua persona con alquanti cavalli per colá, usciti costoro fuori sotto la guida di Carlo, con l’armi corsero al duca adesso. Ma tantosto fu Carlo, che era degli altri a fronte, dagli uomini del duca ribattuto e ucciso. Laonde, caduto lui morto in terra, gli altri seguaci suoi, chi da una parte, chi dall’altra si diedero per quei monti a fuggire. E, perché era venuto insieme con Carlo Orazio ancora, si per sodisfare all’amico come per commune odio che amendue avevano al duca, essendo tutti gli altri congiurati messi in fuga, solo Orazio non volle fuggire, ma piú tosto, fermatosi a riguardare del morto amico il corpo, cominciò, come colui che sommamente lo amava, a spandere sovra di quello amare lagrime. Onde, seguendo il duca co’ suoi i congiurati che fuggivano, né potendoli nelle mani avere, ritornarono indietro; e fu tanto il pianto e le lagrime che in Orazio per dolore della perdita delPamico abondarono, che fu dal duca e da coloro che seco erano soprapreso. Per che, scorgendo egli costui che cosi dirottamente sovra quel corpo piangea, tutto di maraviglia e di stupore si empi come questi dalle sue mani non procacciasse la fuga, come gli altri avean fatto. Onde, volendo quelli, che seco erano, con l’armi assaltarlo e ucciderlo, furono da lui alquanto ritenuti; e cosi, tirandosi tutti in un vicino boschetto, diliberarono di udire il lamento e le affettuose parole che costui sovra quel corpo faceva, le quali furono queste: — O sventurato e amorevole Carlo, quanto fu ardita la tua impresa nel vendicare d’un fratello la morte, e come vana