Pagina:Parabosco, Girolamo – Novellieri minori del Cinquecento, 1912 – BEIC 1887777.djvu/287

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furore ne venne, e cominciò per tutta la casa a cercare se persona alcuna trovasse; ma. non trovandovi alcuno, raccontò poi al marito tutto lo avenimento. La figliuola, che riconosciuto avea lo amante, scoperse al padre insieme col fatto la persona. Di che maravigliandosi grandemente e di giusta ira fremendo il misero padre, non potendo pazientemente comportare la ingiuria dal giovane ricevuta, corse con la moglie al palagio a denunziare al prencipe il nuovo delitto e ingiuria del figliuolo, fatta nella propria figlia, e pregò Sua Maestá che volesse dell’onore di lui e onestá della figliuola avere mercé. Intendendo il prencipe una si abominevole e vituperosa cosa, molto si maravigliò di questo fatto; e, perciò crucciandosi e da impetuosa ira contra il figliuolo commosso, rispose loro che se n’andassero, percioché farebbe egli tal giustizia che si rimarrebbero contenti. E, facendo quello istesso giorno il figliuolo chiamare a sé, molte acerbe e aspre parole gli disse. Oltre di ciò, lo fece legare e mettere in prigione, comandando che fusse con diligenzia guardato; e, esaminando poscia molto bene doppo alcuni giorni il delitto, condannò severamente il figliuolo alla morte. Presentendo il caso di Eraclio la madre e i parenti, e intendendo con che severitá lui aveva il padre sentenziato alla morte, primieramente la madre con trista e lagrimosa faccia, poscia i parenti corsero a porgere caldissimi prieghi al prencipe che cosi rigidamente non avesse a giudicare il figliuolo e non volesse della sua carne essere micidiale, ma che a lui desse piú leggiera e convenevole punizione, molte altre parole appresso dicendogli per rimoverlo. A che non volendo consentire il padre, e i prieghi della madre rifiutando, a loro queste parole rispose: — A voi non deve esser dubbio over nascoso di che sorte e qualitá sia stato il delitto di Eraclio, per la salute di cui ora cosi instantemente mi porgete prieghi e v’affaticate con lagrime ch’io vi essaudisca; percioché certa cosa è, e dalle leggi determinata, che il suo peccato è tale che è della morte meritevole. Ma, se mi fia forse da voi opposto che per essermi egli figliuolo la mia severa rigidezza diminuisca, dirò che, se a lui ho dato l’essere, glielo ho dato per lo ben essere