Pagina:Parabosco, Girolamo – Novellieri minori del Cinquecento, 1912 – BEIC 1887777.djvu/318

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Il ragionamento di messer Muzio era al suo fine venuto, essendo i giovani della severa giustizia di Caronda tutti attoniti rimasi; onde, sopra la essecuzione di quella ragionandosi, disse ultimamente messer Camillo: — Venerabili certo sono tutti gli essempi della giustizia, e oltre agli altri degni da essere dagli uomini abbracciati. La qual giustizia in altro non sta che in questi due capi: nel serbare dirittamente le leggi, e nel por freno ai suoi disordinati appetiti; si come la ingiustizia allo ’ncontro non è altro che il trappassare le leggi e nel soverchio e poco regolato appetito trascorrere. Ma, infra tutte le altre maniere d’ingiustizia, quella che in sé ogni ingiustizia contiene è la disubidienza delle leggi. Pereioché il vizio non si distende se non partitamente in colui che lo ha in sé, ma la ingiustizia in altrui; laonde questa è commune con ogni maniera d’iniquitá. E la virtú legale non è virtú .particolare, ma universale; e si può dire che quasi tutte le cose legali son giuste, per essere quelle diterminate e regolate dalle leggi. E io dico «quasi tutte», peroché alcune cose legali paiono ad una cittá giuste, che ad un’altra non pareranno, per la differenza dei governi che hanno le cittá infra loro. Come, se l’adulterio fu da Zeleuco vietato per legge, che, se alcuno fosse in quello ritrovato, s’intendesse alla pena caduto (Tessergli cavati amendue gli occhi, e il portare delTarmi nei parlamenti da Caronda con pena capitale; dico che queste leggi, che parvero a questi due prencipi a que’ tempi giuste, non sarebbono forse da altrui nelle loro cittá ricevute. Ma, lasciando ciò stare al presente da canto, egli non è dubbio che le leggi, tramettendo in tutte le cose la commune utilitá, provedono a tutti, dando le pene e i premi secondo la virtú e i meriti di ciascuno. Il che stando in questa guisa, possiamo con ragione affermare quelle cose per giuste, che fanno e conservano la felicitá civile. E vedesi che la legge commanda le cose pertinenti a tutte le virtú, cosi quelle che all’uomo forte s’appartengono come al temperato, com’è di non commettere adulterio, di non servire alla libidine; ancora le cose pertinenti all’uomo mansueto e pacifico, com’è di non far ingiuria con parole o co’ fatti ad alcuno; e simigliantemente nelle altre virtú