Pagina:Parabosco, Girolamo – Novellieri minori del Cinquecento, 1912 – BEIC 1887777.djvu/322

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di noi non proveria la sollecitudine del governo insieme col piacere della maggioranza, donde nascere ne potrebbe qualche invidia, e quinci la disunione di tutti noi ; perché, dove pensiamo al continuare della nostra letizia, non serbando in ciò il debito modo che si deve, non potria questa si bella compagnia lungamente durare. Per la qual cosa, poiché a noi, essendo non piú che sei, può di leggieri avenire d’avere le sorti ciascuno doppie, anziché tutto il nostro numero si fornisca, istinto che sia ben fatto che colui che fia due fiate tratto, anzi che ciò avenga, abbia arbitrio di dare il suo carico all’uno de’ compagni che ancora non fosse stato principale della giornata, accioché per un giorno a ciascuno s’attribuisca il peso e l’onore. Il che ora io facendo, sustituisco in mio luogo per principale, ch’oggi i ragionamenti nostri abbia a guidare, messer Ercole, il quale io so che questo peso accetterá volentieri. — Allora messer Ercole, verso messer Emilio vólto, disse: — A me veramente non sarebbe stato punto discaro quando, oggi overo altro giorno, non mi fosse toccata la sorte di reggere i ragionamenti vostri, come quello che piú atto mi sembra d’essere ad ubidirvi che a commandarvi; nondimeno, perché forse il rimanente di noi sentina piacere di guidarci ancora, non misurando in ciò il mio proposito con l’altrui, e perché si vede che altrimenti, volendo l’ordine preso continuare, da noi fare non si potrebbe, non intendo di rifiutare il reggimento, come se tócco mi fosse per sorte. Senza che, volendo io ubbidire, tanto piú a ciò mi dispongo con messer Emilio, quanto ch’io amo lui singolarmente e come mio maggiore l’osservo. E avegnaché la sorte sovra persona del nostro reggimento dignissima caduta fosse, e che in ciò non si richiedeva egli che messer Emilio la volesse correggere, rivolgendola ad altrui ; pure per le sopradette cagioni questo peso

10 accetterò volentieri. — Poiché cosi detto ebbe messer Ercole,

11 rimanente dei giovani, parendo loro che questo ordine assai bene stesse, a quello si accordarono. Ma, poiché, procedendosi d’uno ragionamento in altro, la ora del mangiare fu venuta, vollero tutti che non piú nel cortile si desinasse, ma ivi, dove si trovavano, prendendo molto piacere di quell’aere aperto e