Pagina:Parabosco, Girolamo – Novellieri minori del Cinquecento, 1912 – BEIC 1887777.djvu/395

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abbiamo, ciò che n’è seguito, valorosamente adoperato, anzi di loda degni che di biasimo. Per che si trovarono genti, che attribuivano gli onori degl’iddíi a quegli uomini che i tiranni uccidevano, e costumavano di cantar versi e celebrare quelli che a cotal fatto si disponevano, e il loro nome ad immortale memoria consecravano. Quanto alla infelice e indebita morte della vostra figliuola, comeché essa se ne sia stata la cagione, grandemente c’incresce; e oltre modo ammiro una tanta fede e uno si sviscerato amore, che alla figlia d’ippone portava. E deggiono riputarsi beate quelle anime, le quali si fattamente l’amore congiunse insieme, che non vollero l’una dall’altra né in vita né in morte dipartirsi; ed è da credere che la morte, per natura acerba e inessorabile, varcando esse all’altra vita, le abbia di-lá per pietá ad un medesimo albergo condotte. Onde, accioché il simigliante de’ loro corpi ne avenga, intendo di operare che sieno le due polzelle in uno istesso sepolcro locate. — Posciaché ebbe costui le sue parole finite, presero tutti i congiurati il corpo del tiranno, e vituperosamente lo gittarono in una fossa che circondava il palagio; e allo ’ncontro i due corpi delle polzelle fecero in un medesimo sepolcro onorevolmente sepellire, intagliandovi per memoria dentro al marmo un epitafio di cotal sentimento:

Quel casto amor, in cui nudrír la vita alme gentil, ed han la dipartita, di due polzelle, ha qui la spoglia unita.

Da che si vede quanto in due feminil petti di forza avessero Io amore e la costanza.