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221 il giorno


vigilava mai sempre; e, quasi biscia,
ora piegando, or allungando il collo,
ad ogni verbo con gli orecchi acuti
era presente. Oimè, come con cenni,
1105o con notate tavole giammai,
o con servi sedotti, a la sua bella
chieder pace ed aita? Ogni d’Amore
stratagemma finissimo vincea
la gelosia del rustico marito,
ilio Che piú lice sperare? Al tempio ei viene
del nume accorto che le serpi annoda
all’aurea verga, e il capo e le calcagna
d’ali fornisce. A lui si prostra umile;
e in questi detti, lagrimando, il prega:
1115— O propizio a gli amanti, o buon figliuolo
de la candida Maia, o tu che d’Argo
deludesti i cent’occhi, e a lui rapisti
la guardata giovenca, i preghi accogli
d’un amante infelice; e a lui concedi,
1120se non gli occhi ingannar, gli orecchi almeno
d’importuno marito. — Ecco si scote
il divin simulacro, a lui s’inchina,
con la verga pacifica la fronte
gli perente tre volte: e il lieto amante
1125sente dettarsi ne la mente un gioco
che i mariti assordisce. A lui diresti
che l’ali del suo piè concesse ancora
il supplicato dio, cotanto ei vola
velocissimamente a la sua dama.
1130Lá bipartita tavola prepara,
ov’ebano ed avorio intarsiati
regnati sul piano, e partono alternando
in due volte sei case ambo le sponde.
Quindici nere d’ebano rotelle
1135e d’avorio bianchissimo altrettante
stan divise in due parti; e moto e norma