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268 | il giorno |
ululava l’euboica riviera
ne’ prischi tempi, e che guidasti a Dite
il timoroso de gli dèi troiano,
20tu predinne le sorti e tu ne assisti
mentre, d’un semideo guidando i passi,
scendo, uom mortale, e penetrar son oso
i ridotti dell’ombre e il regno avaro.
Ma, oh Dio! giá mi trasformo; ecco ecco un velo
25ampio, nero, lugubre a me d’intorno
si diffonde, mi copre. In grembo ad esso
si rannicchiati le braccia, e veggio a pena
zoppicarmi del piè la punta estrema
sotto spoglie novelle. Orrida giubba
30di negro velo anch’essa a me dal capo
scende sul dorso, e si dilata e cela
e mento e gola e petto. Ahimè, il sembiante
sorge privo di labbra, esangue, freddo
e di squallore sepolcral coperto.