Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. I, 1929 – BEIC 1889888.djvu/320

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314 le odi


     25Vincere il suon discorde
speri colui che di clamor le folli
mènadi, allor che, lorde
di mosto il viso, balzan per li colli,
vince; e, con alta fronte,
30gonfia d’audace verso inezie conte.
     O gran silenzio intorno
a sé vanti compor fauno procace,
se del pudore a scorno
annunzia carme onde a i profani piace;
35da la cui lubric’arte
saggia matrona vergognando parte.
     Orecchio ama placato
la Musa, e niente arguta, e cor gentile.
Ed io, se a me ha dato
40ordir mai su la cetra opra non vile,
non toccherò giá corda
ove la turba di sue ciance assorda.
     Ben de’ numeri miei
giudice chiedo il buon cantor, che destro
45volse a pungere i rei
di Tullio i casi; ed or, novo maestro,
a far migliori i tempi,
gii scherzi usa del Frigio e i propri esempi;
     o te, Paola, che il retto
50e il bello atta a sentir forináro i numi;
te che il piacer concetto
mostri, dolce intendendo i duo bei lumi,
onde spira calore
soavemente periglioso al core.