Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. I, 1929 – BEIC 1889888.djvu/337

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xv - la magistratura 331


     25noi, quale in un momento
da mosso speglio il suo chiaror traduce
riverberata luce,
senza fatica in cento parti e in cento,
noi per monti e per piani
30l’agile fantasia porta lontani.
     Salute a te, salute,
cittá, cui da la berica pendice
scende la Copia, altrice
de’ popoli, coperta di lanute
35pelli e di sete bionde,
cingendo al crin con spiche uve gioconde.
     A te d’aere vivace,
a te il ciel di salubri acque fe’ dono;
caro tuo pregio sono
40leggiadre donne, e giovani a cui piace
ad ogni opra gentile
l’animo esercitar pronto e sottile.
     Il verde piano e il monte,
onde si ricca sei, caccian la infame
45necessitá, che brame
cova malvage sotto al tetro fronte;
mentre tu l’arti opponi
all’ozio vii corrompitor de’ buoni.
     E lungi da feroce
50licenza e in un da servitude abbietta,
ne vai per la diletta
strada di libertá dietro a la voce,
onde te stessa reggi,
de’ bei costumi tuoi, de le tue leggi:
     55leggi che fin da gli anni
prischi non tolse il domator romano;
né cancellar con mano
sanguinolenta i posteri tiranni;
fin che il lione altero
óo te amica aggiunse al suo pacato impero.