Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. I, 1929 – BEIC 1889888.djvu/377

Da Wikisource.

nota 371

II

LA PRIMA FORMA DEL «GIORNO»

1. Il Mattino (ed. 1763).

Il P. appose alcune brevi note al testo del Mattino, che qui si riferiscono:

al v. 199: Alamanni, Coltivazione.

al v. 271: Filli cangiata in mandorlo. Vedi la favola.

al v. 544: Iside.

al v. 563: Amor di sé.

al v. 611: Ninon de Lenclos.

al v. 619: La Fontaine.

al v. 628: Si accennano vari romanzi e varie novelle di vario genere.

al v. 866: L’oppio.

In un esemplare della ed. 1763, conservato in Ambrosiana, sono segnate in margine delle correzioni, ricopiate da quelle che il P. aveva scritte su un altro esemplare, e inoltre anche alcune postille. Le correzioni sono le seguenti:

v. 9: che per cui; vv. 20-21: In van te chiama — lo dio dell’armi; v. 26: ti peso ahi troppo; v. 42: va col bue lento innanzi e scuote andando; vv. 70-71: de’ penduti metalli a cui da lungediffusi moti la tua mano impresse; v. 72: giá corser; v. 79: poi coll’indice; v. 84: oh se te; v. 126: sommesso ei chiede; v. 185: che intorno siede a te, manchi, o signore; v. 226: se men ch’oggi le cure a te d’intorno; v. 229; domabili midolle; v. 244: Ma ben vegg’io; v. 249: Or dunque, o voi; v. 291: autore ignobil; v. 312: onde se’ parte sí altera; v. 322: Però la prole; v. 329: Allora il chiaro sol; v. 341: Egli a poc’aere; v. 391: largo dispensa; v. 411: de’ tuoi; v. 413: le concesse la notte e di bei sogni; v. 417: lieta e snella con te balzò; v. 423: per la notte opaca; v. 439: ne la passata; v. 470: te la teletta attende; v. 472: sí ch’oggi; v. 499: Che se la sposa; v. 562: E tu securo; v. 594: Tu quel libro; v. 614: pur detta al mio signore; v. 703: e mai tua destra; v. 718: o l’altro egregio; v. 752: giá contender; v. 760: apprese ad imitar; vv. 826-827: i fatati guerrier, si che poi lieti — correan mortale ad incontrar periglio; v. 861: il non volgar confetto; v. 895: contro al sentenziar; v. 920: il giubbon d’ambo i lati; v. 952: Oh di gran alma; v. 975: