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poesie piacevoli 47


 ci vedea sol da un lato.
Le sonate ch’avean in mente fitte,
eran di quelle che facea Davitte.
 Stavano ritte ritte
in sulle panche che parean steccate,
certe brutte fanciulle indiavolate.
 Eran tutte malate:
chi aveva ’l cacasangue e chi la tosse,
chi non cacava e chi avea le mosse;
 e la meno che fosse
avea la rogna, aveva il mal franzese,
e ’l benefizio non avea del mese.
 Un scopator di chiese,
un beccamorto, un zaffo, un ciabattino,
un gabelliere, un lanzo ed un facchino
 ed anche un chierichino
di que’ che in chiesa servono alle monache,
un oste, un cuoco e, per finir le cronache,
 due frati senza tonache,
con certi visi di bertucce o monne
facean conversazion con quelle donne,
 a cui putian le gonne
d’un odor d’ogni sorta di malanni.
Oh i begli inviti che mi fa ser Nanni!

LXXVI

     Nanni s’ha messo un mantellaccio in dosso
che, s’ tu ’l vedessi, ti parrebbe un matto;
credo che sei facesse il re Minosse
quando giudice ad inferos fu fatto.
     Egli è cencioso, rattoppato e grosso,
ne cola il brodo e l’unto liquefatto:
era giá nero, ed or diventa rosso
per la vergogna d’esser cosí fatto.