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94 | cantate |
Or di più si dirá: — Davidde adesso
ha vinto il proprio cor, vinto ha se stesso. —
30Ma che veggio, o signor? Ne le tue luci
s’apre un lieto seren. L’ardita spada
par che obliqua ti cada.
Il tuo sguardo s’aggira,
e tempra né guerrier la torbid’ira.
35Ah quel sorriso, oh Dio!
è nuncio di perdono;
è un bel raggio di sole
che penetra le nubi e accheta il tuono.
Di quel volto il bel sereno
40mi ravviva e mi consola.
Giá si desta nel tuo seno
la dolcezza e la pietá.
Il mio cor palpita, e sento
che sperando aleggia e vola;
45per te cessa il mio tormento:
che perdoni il cor lo sa.