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scherzi 343


IV

     Io giá fui un seccatore
detestato da gli amanti,
ché i felici loro istanti
disturbai la notte e il di.
     5Se la bella sbadigliava,
se il suo ben si contorceva,
io di nulla m’avvedeva,
e ciarlando stava li.
     Quindi Amore, alfin sdegnato,
10terminar fe’ questo gioco,
trasformando in parafoco
me infelice seccator.
     Ma, sebben cangiato io sono,
benché vesto altra figura,
15dell’antica mia natura
io conservo molto ancor.
     Sempre ritto in sul camino
mi sto li come un balordo;
e quantunque cieco e sordo
20mai di crocchio uscir non so.
     Se con grave mio dolore
cicalare or piú non posso,
con gli scritti che ho sul dosso
disfogando almen mi vo.
     25Se le fiamme degli amanti
piú turbar non m’è concesso,
io di schermo servo adesso
a la fiamma naturai.