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438 | indice dei capoversi |
Giunto a Cesare innanzi, umil deponi |||
II, 266
Godo trattar la cetera |||
II, 427
Grato scarpel, su questa pietra incidi |||
II, 271
Grida per ogni via, squallido e abbietto |||
II, 264
Ho gusto ancor di vivere |||
II, 333
Ho nel ventre il mio sapere |||
II, 342
Ho visto i geroglifici d’Egitto |||
41
I gravi carri e i bronzi che per cento |||
II, 247
II di che nacque la mia donna al mondo |||
6
Il gatto andò a la casa del villano |||
II, 310
Illustri spettatori, ecco piú ardite |||
II, 86
Il mercante che mi vende |||
II, 349
Il padre eterno |||
263
Il pomo che a le nozze di Peleo |||
II, 289
Il tuo bene, il tuo bel foco |||
II, 352
Impavidi il novello anno attendete |||
II, 252
Importan come la mosca |||
II, 350
r muoio alfine, alfine, o cruda Eumolpi |||
16
In man d’essecutori e di notai |||
43
In non so qual cittá dell’Indie, un tempo |||
II, 105
In una solitaria capannetta |||
II, 189
In vano in van la chioma |||
326
In van pregato |||
263
Invido veglio, che di verde e forte |||
II, 231
Io di Lidia il gran re non mi rammento |||
21
Io giá fui un seccatore |||
II, 243
Io giá ventola non sono |||
II, 430
Io men giá tutto sol, pensoso e stanco |||
II, 129
Io, Nencia, sono stat’ieri a Fiorenza |||
39
Io son nato in Parnaso, e Palme suore |||
32
Ira è un breve furor, subito ardente |||
II, 316
La bella primavera |||
II, 426
Lá dove Pindo al ciel tanto s’innalza |||
24
La fetida del cor negra palude |||
II, 283
La forte madre che mirò il suo figlio |||
II, 248
La penitenza del mio fallo grave |||
II, 241
L’arbor fatale che di rami annosi |||
II, 263
L’arbor son io, Signor, che tu ponesti |||
II, 257
Lascia gracchiare e questi baciapile |||
II, 135
Lá su l’alto del colle, e da quel lato |||
II, 123
La vaga primavera |||
II, 321