Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/20

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predica segneriana intorno allo stile. Egli si persuade, al creder mio, che ove periodica sia l’orazione e numerosa, non si abbia poscia a far caso se una parola o un modo di dire ci abbia luogo, oppure ci stia cosí, come dire, a pigione. Egli molte cose ha o aggiunte o trammezzate nell’esordio del Segneri, ad oggetto, cred’io, d introdurvi l’armonia e quella musica, ch’è propria dell’oratore. lo non istarò punto a cercar s’egli abbia conseguito il suo intento intorno a ciò, conciosiaché, a dire il vero, io non ci ho troppo adatto l’orecchio; e, volendone giudicare, io ci farei la parte di Mida. Basterá solo ch’io mi fermi alquanto ad osservar ciò che si riferisce allo stile, e che degno è di maggior riflessione. Comincia pertanto l’esordio della prima sua predica il Segneri con quella gravitá ed altezza di stile, che a sommo orator si conviene, semplicemente però e con que’ fregi soli, che servono ad abbellir la veritá, non giá ad infrascarla: «Un funestissimo annunzio son qui a recarvi, o miei riveriti uditori»; il che cosí cangia il padre Bandiera: «Un funesto e fiero annunzio sono io questa mane quassú asceso ad arrecarvi, riveriti ascoltatori». Ora io sapre’ volentieri da esso padre per qual ragione egli abbia giudicato di dover tórre quel «funestissimo», per supporvi «funesto e fiero». Forse ch’egli dubitò non dover bastare allo «annunzio» quello aggiunto superlativo di «funestissimo», ch’e’ volle porvene altri due in quel cambio, comecché men vigorosi del primo? «Fiera materia di ragionare n’ha oggi il nostro re data», disse il Boccaccio, e d’un solo epiteto s’accontentò; e il padre Bandiera per imitarlo volle pur dir quel «fiero»; ma, per non iscontentar po’ poi al tutto il padre Segneri, rappicciní il «funestissimo», acciocché un po’ di sito al boccaccevol «fiero» cedesse. Ma usciam delle baie. Assai chiaro voi comprendete come punto di forza non si sia aggiunto in tal guisa al pensier del Segneri, anzi quanto crudelmente indebolito si sia con quel «questa mane quassú asceso», che gli uditori e veggono e sanno ottimamente; e che male sta in bocca di chi mostrar vuol premura e veritá nel ragionar suo, e di non avere a perdersi in ciance, ma di voler parlare altrui da buon senno, siccome un sacro oratore, e spezialmente nel primo suo