Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/211

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dilettare l’orecchio, cosí pensò a congiugner la parola ed il verso col canto e col suono; onde coll’unione di piú mezzi e coll’eccitamento contemporaneo di piú sensazioni analoghe produrre un piacere piú forte. In questo modo sempre sugli stessi principi e per lo stesso fine tutte le cose, le quali ciascuna da sé possono, per l’organo dell’orecchio, eccitare una gradevole sensazione, furono dalla umana industria insieme unite: cioè la melodia dell’umane voci, l’armonia di esse, il suono e l’armonia degli stromenti, l’accento, il numero ed il metro dell’umana favella. Dall’altra parte quelle belle arti che operano di loro natura sopra l’organo della vista, non contente esse pure di dilettarci separatamente, si accompagnarono dal canto loro fra esse al modo che si è detto di sopra ed al medesimo fine. Tre cose cerca sempre l’uomo avidamente. Queste sono il necessario, la comoditá, il piacere; e queste tre cose cercò egli di mano in mano nell’architettura, finché la ridusse ad aver per oggetto anche la produzione del bello, e a divenir per conseguenza una delle belle arti. Prima pensò a cingersi di mura e a coprirsi di tetto stabilmente per difendersi dagl’insulti esteriori; dipoi a distribuir l’edifizio in modo che gli servisse agevolmente a vari usi; per l’ultimo a far si che gli riuscisse piacevole lo stare in esso e il vederlo. Quest’ultimo fine, che l’uomo ebbe, fu quello che contribui massimamente a far che l’architettura meritasse d’esser posta fra il numero delle belle arti, come quella che, nello stesso tempo che risveglia l’idea della soliditá e della sicurezza, risveglia eziandio il sentimento del bello per mezzo della varietá, della proporzione, dell’armonia delle linee che essa rappresenta all’occhio nella unitá d’un oggetto. Ma, come l’uomo non soltanto cerca il piacere, ma ne cerca la maggior quantitá possibile, quindi è che all’architettura non basta di dilettarci colle sole linee, ed anzi vuol farlo ancora colle superficie pulite, lucide e colorate delle materie di cui essa si vale; e per questo modo si accosta un poco alla dipintura. La scultura poi, arte che opera sopra lo stesso organo che l’architettura, siccome può entrar co’ suoi rilievi nella proporzione e nell’ordine di questa, e formar con essa un tutto che riesca piú bello a