Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/321

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I DISCORSO SOPRA LA POESIA Lo spirito filosofico, che, quasi genio felice sorto a dominar la letteratura di questo secolo, scorre, colla facella della veritá accesa nelle mani, non pur l’Inghilterra, la Francia e l’Italia, ma la Germania e le Spagne, dissipando le dense tenebre de’ pregiudizi autorizzati dalla lunga etá e dalle venerande barbe de’ nostri maggiori, finalmente perviene a ristabilire nel loro trono il buon senso e la ragione. A lui si debbono i progressi che quasi subitamente hanno fatto per ogni dove le scienze tutte, e il grado di perfezione a cui sono arrivate le arti. Il maggiore poi de’ benefici, anzi quello che dentro di sé contiene tutti gli altri che recati ci abbia la moderna filosofia, si è lo averci avvezzati a ponderare con un certo disinteresse le cose, dimodoché né l’etá, né il numero, né la dignitá delle circostanze ci possano sopraffare. Abbiamo ora appreso a prescindere da ogni vano abbigliamento, ed a gettarci immantinente sopra l’essenza della cosa, e, quella penetrando e investigando per ogni piú ascoso ripostiglio, senza pericolo d’illusione, siamo giunti a discoprirne il vero. In simile guisa la fisica; appoggiatasi all’esperienza, ha insegnato a ben giudicare della natura de’ corpi, e colla scorta di essa quindi ha determinato la probabilitá de’ diversi sistemi, e quinci dimostrate ridicole le vane paure del volgo. La morale, postasi ad investigare direttamente il cuore umano, quivi ha trovate le vere origini delle passioni e le diverse modificazioni de’ nostri affetti, e, da quelle argomentando, ha stabilito il vero carattere e il vero peso de’ vizi e delle virtú. Cosi, esaminando le matematiche e le arti, pervenuti siamo a comprendere