Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/83

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II Avvertimento In questi ultimi giorni, dopo essere uscita l’operetta del prete Giuseppe Parini milanese contra i due Dialoghi della lingua toscana del padre don Paolo Onofrio Branda, è comparso alla luce un Discorso di questo padre indirizzato al Parini. II Discorso non è diretto punto a ribattere le ragioni del Parini, com’egli ne avea pregato l’autore sulla fine della propria operetta; ma in cambio a far note al pubblico alcune qualitá personali dello stesso Parini e di altri, ch’egli asserisce essere scrittori «di cose ribalde ed insolenti, autori di due famosi libelli, uomini di carattere molto defforme, che hanno gittato via ogni verecondia nello scrivere, bocche sucide, stomacose e malediche». Il padre Branda ha giudicato esser necessario di far ciò prima di pubblicare le proprie difese, primieramente per far argine alla fama, che, com’egli confessa ingenuamente, è precorsa dell’operetta del Parini; poi per occupare con un preambolo piacevole i suoi leggitori, faccendo intanto sperare ch’ei produrrá poscia le ragioni in propria difesa; finalmente per sostenere autoritá di maestro verso il giá suo scolare, cioè staffilandolo, siccome tutto il Discorso , e particolarmente al principio della pagina seconda, insegna che il vero maestro dee fare, e per conservarsi il credito, ch’ei gode presso i suoi discepoli attuali. Per questo motivo il Parini non può ora rispondere nulla al padre Branda, non avendo egli altro per iscopo che di confutare le ragioni, che si potranno dal padre addurre in propria difesa, quando però queste non avessero ad essere di tanto peso