Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/181

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Supplico pertanto Vostra Signoria illustrissima di rappresentare a’ suoi rispettabili colleghi questi miei veri sentimenti, e di render loro vivissime grazie per me, cosi dell’uno come dell’altro atto di benignitá, con cui si sono degnati di distinguermi ed onorarmi. Ardisco nel medesimo tempo di supplicarla che si degni di continuarmi quella parzialissima protezione, alla quale mi riconosco spezialmente debitore cosi di questa come di altre per me fortunate circostanze. Sono, col maggior rispetto, di Vostra Signoria illustrissima, ecc. [Milano], 6 giugno 1778. XVI A Saverio Bettinelli. — [Mantova] Lo ringrazia d’una lettera gentile e del sonetto in risposta al suo: «Ardon, tei giuro, al tuo divino aspetto». Signore e padron colendissimo, Un ostinato dolor di testa, che da piú giorni m’afflige, mi lascia appena questo momento di sollievo, per rendere come posso infinite grazie a Vostra Signoria illustrissima della gentilissima sua lettera e del bel sonetto, da lei scritti in onor mio. 0 Nell’ordinario venturo studierò di significarle meglio i sentimenti, ch’Ella ha suscitato in me con un atto cosi straordinario di bontá, e di trattenermi seco piú a lungo. Frattanto accetti queste corte espressioni come indizi della piú grande riconoscenza, e del prezzo in cui tengo gli encomi, che mi provengono da una persona del suo merito e della sua riputazione. Sono, col massimo ossequio, di Vostra Signoria illustrissima, ecc. Milano, 24 febbraio 1779.