Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/203

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fuor che quelli che saranno registrati fra i decreti del regio imperiai governo, ai quali si rimette, come pure al tranquillo possesso, in cui ne è stato mantenuto da circa diciotto anni a questa parte. In fede di ciò egli si dá l’onore di sottoscriversi, ecc. [Milano, maggio 1795]. XXXVII Al marchese Febo D’Adda. — [Milano| Gli manda alcune correzioni dell’ode Alla Musa. Se la bontá, con la quale Vostra Signoria illustrissima ha accettati que’ pochi senili miei versi, è troppo superiore al loro merito, m’è però dovuta la giustizia eh’Ella rende ai sentimenti, da cui mi sono stati dettati. Vostra Signoria illustrissima può farne quel che le pare, avendo io tutta la ragione di commettermi al gusto ed al giudizio di lei, massimamente dopo aver letto il componimento, che ha avuto la gentilezza di mandarmi. Qualora Vostra Signoria illustrissima persista nel pensiere di stampare i detti miei versi, mi piacerebbe eh’Ella vedesse se giovasse di farvi i pochi cangiamenti che seguono: E novo entro al tuo cor sorgere affetto... Giuno che i preghi delle incinte ascolta... E vergin io de la Memoria prole. Sará la piú grande pruova della parzialitá di Vostra Signoría illustrissima per me, se Ella, senza piú oltre interrogarmi sopra di ciò, userá meco liberamente, ritenendo, sostituendo o cangiando la lezione come le parrá; e cosi parimenti per l’ortografia in ogni parte. Ho l’onore di professarmi, con distintissimo ossequio e con sincerissimi augúri d’ogni felicitá, di Vostra Signoria illustrissima, ecc. Vavero, 23 giugno [1795].