Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/299

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Delle prose di Giuseppe Parini una piccola parte soltanto vide la luce per le stampe lui vivo. Infatti egli stampò soltanto gli scritti polemici contro i padri Bandiera e Branda, la prefazione alle poesie del Tanzi, la recensione del Quadro dell’Istoria moderna del Méhégan e il Discorso recitato nelPaprimento della nuova cattedra delle belle lettere. Ma, dopo la morte di lui, Francesco Rema ritrovò, tra le carte acquistate dagli eredi del poeta, altre prose che gli parvero degne di vedere la luce, e, unitele con quelle che erano giá state pubblicate dall’autore e con qualche altra che potè avere dalla cortesia d’alcuni amici, ne formò i tre ultimi volumi (iv, v e vi) delle Opere , edite a Milano negli anni 1S03-1S04. Però l’edizione del Reina è ben lontana dall’esser compiuta, perché (indotto da ragioni varie, che non è ora il caso di discutere) egli non ripubblicò alcuni degli scritti giá dati alla luce dal Parini stesso (e precisamente gli scritti polemici contro il Branda e lo scritto sul libro del Méhégan) e neppur molti degli scritti inediti, che aveva ritrovato tra le carte acquistate dagli eredi del poeta. Tuttavia la sua edizione rimane sempre la piú ricca di quante se ne pubblicarono finora; e ad essa ricorsero sempre quanti altri vollero ristampare le prose del Parini: come, p. e., il C. G., che curò l’edizione delle Opere edita a Monza dalla tipografia Corbetta nel 1836, e Pirro Aporti, il quale preparò un volume di Prose scelte (n. 107 della Biblioteca classica economica della Societá editrice Sonzogno, Milano, 1910). Ben poche altre prose inedite del Parini videro la luce dopo quella prima edizione; infatti si possono ridurre alla Descrizione