Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/9

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Baccio pittore dipigne sotto al bellico dell’Agnoletta, sua moglie, un agnellino, indi la lascia, e va in Francia. Ella si gode con Masino, pittore anch’egli. Baccio ritorna, e trova al suo agnellino cresciute le corna. S’accorge d’essere stato beffato, e per lo meglio si tace. E’ fu giá in una delle nostre cittá d’Italia un dipintore, il quale, oltre che molto valoroso uomo era nell’arte sua, era stato dalla amica fortuna con si bella moglie accompagnato e di si onesti e leggiadri costumi, che per tutta la cittá se ne diceano le maraviglie; non essendovi alcuno di que’ che conoscevan costei, il qual non invidiasse oltramodo la sorte di messer Baccio (che tale era il nome del dipintore), e non disiderasse d’aver per sua la mogliera di lui, che l’Agnoletta si domandava. Ora avvenne che, facendosi dal re di Francia il reai palagio sontuosamente dipignere ed adornare, furon colá da ogni parte del mondo chiamati i piú conosciuti pittori e d’altre sorte artefici che ci avesse. Perche a messer Baccio ancora, che de’ piú chiari era e famosi, convenne risolversi d’abbandonar per qualc’anno la moglie, non parendo a lui bene, per suoi onesti riguardi, di menarsela in Franza con seco. Della qual cosa, benché ella molto ne lo ricercasse, non le volle però mai Baccio acconsentire, forte temendo non l’asprezza del cammino a lei, che donna era, fosse per recar troppo danno; e, comeché egli l’amasse piú de’ suoi occhi medesimi, e bramasse oltre ogni creder di aversela accanto, pur risolvè d’andar solo, volendo piuttosto averla viva e sana da lunge, che vicino in continui disastri e fatiche. Laonde, giunta la primavera e venuto il di che egli avea per la sua partenza determinato, né sapendosi ancor dalle braccia dell’amata moglie disciórre, andava indugiando e intertenendosi. Ma alla