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camera dei deputati — sessione del 1848

lettere il ministro accompagna i documenti e le informazioni che ne ricevette: nell’altra aggiunge che, affine di appurare alcune circostanze allegate da quel prelato, credette di dover rivolgersi al ministro degl’interni, e che però si riserba di partecipare alla Camera tutti quei maggiori ragguagli che gli verrà fatto di raccogliere.

Avverte che i documenti e le informazioni rimarranno vi sibili in segreteria a tutti i deputati che vorranno prenderne cognizione.

Annunzia quindi che il deputato Sineo ha presentato un progetto di legge il quale verrà nelle solite forme distribuito.

verificazione di poteri

demarchi relatore del I Ufficio propone si confermino le elezioni:

Dell’avvocato Nicolò Federici a deputato del secondo collegio di Genova;

Del conte Ottavio Thaon di Revel ministro delle finanze a deputato del collegio di Moncalvo.

(La Camera le conferma).

sineo relatore del II Uffizio propone si confermi l’elezione:

Dell’avv. Carlo Giarelli a deputato del secondo collegio di Piacenza.

(La Camera conferma).

lo stesso relatore. A proposito delle elezioni dei collegi di Avigliana e di Verres nelle persone del generale Dabormida pel 1.º, e del cav. Luigi Menabrea pel 2.°, ambe due regii impiegati, espone che il suo uffizio, non ostante la deliberazione presa ieri dalla Camera di ammelterli anche prima di veriíicare se il numero di questi già ecceda il prescritto dalla legge, ha stimato bene di soprassedere dal proporne la conferma, e d’instare che si voglia anzi tutto procedere a tale verificazione.

(Verb.)


cadorna osserva potersi accettare le elezioni presenti; non essere il caso di discorrere di estrazione a sorte, sinchè il quarto d’impiegati dalla legge permesso non sia ecceduto, e se detto quarto non era trapassato prima delle elezioni Piacentine, non poterlo essere neppure con queste ultime, giacchè queste accrescono proporzionalmente col numero totale degli eligendi alla Camera anche il numero degli impiegati in essa ricevibili.

sineo accetta le conclusioni dell’avvocato Cadorna quanto alla massima, ma osserva il dubbio cadere nel fatto: se, cioè, il numero degl’impiegati già presenti alla Camera non ecceda il quarto. Ciò, dice, non essere ancora legalmente, autenticamente accertato nella Camera, ed a ciò tendere le sue conclusioni a nome della Commissione. Il che tanto più si rende urgente, in quanto che dovendosi ogni giorno riferire anche sulle nostre elezioni posteriori di tempo alle Piacentine, colle quali quindi non possono concorrere pell’estrazione a sorte, la immediata accettazione o reiezione di quelle dipende intieramente dall’instato accertamento.

cadorna ammette non eseguita ancora legalmente la desiderata verificazione; aggiunge tuttavia risultare privatamente all’uffizio della segreteria dai registri, che il numero dei deputati forniti d’impiego non eccede ancora in oggi il numero 45, per cui si ha ancora largo margine per l’ammessione di nuovi impiegati, riflettendo anche, che se prima il quarto lecito era di 81 impiegati, ora aggiunti gli otto deputati piacentini, ascende a 53.

farina p. vuole che indipendentemente dal numero d’impiegali eletti negli antichi Stati si conceda ai Piacentini l’elezione di due impiegati, quarto corrispondente al numero totale di deputati loro assegnati, non dovendo un paese portare il peso degl’impiegati dell’altro.

tola p. Compiute le elezioni, sia anche separata l’estrazione a sorte degl’impiegati eccedenti, giacchè facendo un’estrazione sola e comune, potrebbe la sorte anche cadere su tutti i deputati Piacentini con lesione del loro diritto di averne il loro competente numero alla Camera. A ciascun paese i suoi.

(Cost. Sub.)


demarchi propone a tale proposito che sia nominata una Commissione composta dei membri della presidenza, la quale proceda alla verificazione del numero dei regii impiegati già entrati nella Camera, e riferendone, aggiunga un rapporto sulla questione che ora c’intrattiene.

(Verb.)

bixio vorrebbe che si altendesse sino al compimento di tulle le elezioni dei paesi nuovamente aggiunti, non solo di Piacenza, ma di Modena, Reggio e Guastalla, e si facesse allora un rapporto generale sul numero tolale, estraendo poi quanti eccedessero il quarto totale.

lanza si oppone a tal dilazione, giacchè posto il dubbio che il quarto fissato dalla legge possa già essere oltrepassato, non si potrebbe più differirne in alcun modo la verificazione, senza esporre le deliberazioni della Camera al pericolo di essere adulterate e falsificale da suffragi illegittimi, e per ragion di legge espulse dal formar parte del voto nazionale.

(Cost. Sub.)

il presidente, dopo parecchie osservazioni fatte sulla proposta Demarchi perchè la Commissione venga invece designata dalla sorte, ovvero nominata da ciascun uffizio, pone ai voti:

1.° Se la detta Commissione debba essere scelta a sorte;

(La Camera rigella).

2.° Se a formarla ciascun uffizio debba nominare un Commissario.

(La Camera adolta).

Interroga quindi la Camera, se voglia radunarsi negli uffizi domattina alle ore 9, o subito dopo questa seduta.

(Si determina di procedere alla nomina dei 7 Commissari subito dopo la seduta e per conseguenza si soprassiede dal deliberare sulle conclusioni del 2.° uffizio intorno alle nuove due elezioni).

(Verb.)

pescatore riferisce sull’elezione del collegio di Caluso.

Questo collegio aveva già nominato la prima volta a suo rappresentante il notaio Scapini, segretario di Comunità; nomina che veniva dalla Camera annullata, perchè il detto notaio Scapini appartenendo a quella classe di membri dell’ordine amministrativo dichiarati dallo Statuto ineleggibili, non poteva sedere tra i membri del Parlamento. Ora procedendo quel collegio ad un’altra elezione, accadde che il notaio Scapini raccolse nuovamente la pluralità dei voti; se non che l’ufficio di quel collegio, considerandolo come ineligibile, lo aveva col suo consenso radiato dalla lista dei candidati, ammettendo allo scrutinio di ballottaggio, a cui si procedette il giorno seguente, i due candidati che dopo lui avevano raccolto il maggior numero di voti.

Risultò in questa guisa eletto il canonico Ponzetti, nomina che il relatore a nome del terzo uffizio conchiudeva perchè venisse approvata.

(Conc.)

fabre. Non entra punto nelle attribuzioni di un collegio elettorale nè di mantenere, nè riformare le decisioni della Camera. Ciò non gli compete. Egli non ha altro mandato che di raccogliere e constatare i voti. Se bene poi o male siano dati, è giudizio riservato alla Camera. Insta per la nullità dell’e lezione del collegio di Caluso.

(Cost. Sub.)